Se da una parte allattare il neonato in modo naturale è il metodo più efficace per essere sicure di nutrire il bimbo nel migliore dei modi, dall’altra può non essere così ‘naturale’ per una neo mamma allattare al seno e si rivela allora utile l’uso di apparecchi appositi. Non è sempre detto che il neonato possa essere allattato dalla madre: esistono diverse situazioni, anzi, in cui l’allattamento naturale non è consigliato né possibile da parte della madre che deve ricorrere all’uso di apparecchi tiralatte.
Alcune volte è per colpa della madre che non è possibile effettuare il normale allattamento, altre volte è da imputare al povero neonato: per esempio quando è sicuro che il neonato nasca prematuro, la madre deve sape affrontare il problema della suzione artificiale, ma anche nel caso in cui il neonato nato prima sia affetto da una malattia post-natale non è possibile allattare se non con i dispositivi artificiali.
Quando la mamma non riesce ad allattare
Inutile dire come per la madre il momento dell’allattamento dovrebbe rappresentare un periodo in cui dovrebbe diventare un tutt’uno col neonato, in cui dovrebbero condividere entrambi emozioni e sensazioni nuove che possano contribuire alla mutua conoscenza e a creare quel legame che li renderà indispensabili l’uno per l’altra e viceversa. Condividere il latte materno, infatti, non è solo una prassi che sembra ormai comune e scontata, ma è molto di più: la mamma diventa l’unico essere umano in cui il neonato possa confidare, tra le cui braccia si sente al sicuro perché la mamma lo difende dai pericoli provenienti dall’esterno: non per niente per qualunque neonato la figura di riferimento per eccellenza è proprio quella materna che anche da grandi continueranno a cercare, anche se inconsciamente.
Quando la mamma non riesce ad allattare in modo naturale il bimbo, che dipenda da lei stessa o da qualche problema del neonato, il legame tra lei e il piccolo è molto debole e probabilmente quasi inesistente, perché non si vive questo momento di condivisione: quando la mamma non allatta si dà tutte le colpe dell’accaduto e può facilmente essere vittima di depressione post parto, che può di gran lunga complicare il rapporto col neonato.
Depressione post parto: sintomi
Non è una rarità che una neomamma possa avvertire delle strane sensazioni dopo aver partorito, e spesso non sono proprio quelle che ci si aspetta da chi ha appena dato alla luce il proprio bebè: in alcuni casi questa forma anomala di depressione è anche causata dal non avvertire da parte della mamma il bisogno naturale di allattare il neonato, anzi a volte la mamma che viene sconvolta dalla depressione rifiuta categoricamente di toccare o avere a che fare col bimbo. Si tratta di una forma di depressione che si manifesta prima con uno stato di malinconia che via via va trasformandosi in qualcosa di molto più grave, ovvero disinteresse per il bimbo o timore di potergli fare del male e quindi si tende a respingere e a negare al piccolo il latte materno.
La mamma depressa spezza, quindi, quel legame unico e solo che è proprio con la nascita del neonato che dovrebbe rinforzarsi e rinsaldarsi sempre più, un legame favorito anche dalla condivisione del latte materno, che invece il neonato non succhierà se la mamma è depressa. È anche in questi casi che si tende a estrarre il latte materno, che alla lunga provoca gonfiori e tensioni dolorose al seno: per evitare almeno questo dolore, il tiralatte si rivela l’unico modo utile per apportare nutrimento naturale al neonato e liberare la mamma dal dolore al seno. Di certo non si tratta del migliore e più naturale dei modi, ma contro la depressione post parto nemmeno la scienza finora ha saputo fornire delle spiegazioni definitive su cosa scateni tale reazione nella mamma, quindi per ora anche in tali casi è meglio far affidamento su dispositivi appositi e cercare di procurare al bimbo tutto ciò di cui ha bisogno.