Chiariamo, a scanso di equivoci, che il tiralatte non è un giocattolo, e che andrebbe usato esclusivamente quando vi siano problemi o necessità serie. Il sistema per allattare il tuo bambino è – sarebbe – uno, il migliore di tutti: il tuo seno. Ma è vero che a volte possono esserci difficoltà. Per esempio, se il bambino nasce prematuro e non puoi allattarlo, tirarsi il latte perché in neonatologia possano alimentarlo col TUO latte è un aiuto insostituibile: e puoi farlo solo tu.
E’ possibile che, una volta uscito dall’incubatrice, non riesca ad attaccarsi al tuo seno (ma vi sono modi per farglielo imparare, e ti consiglio di rivolgerti, in caso di problemi di questo tipo, a La Leche Legue… a me è servita tantissimo!!!), ma il tuo latte potrai darglielo sempre e comunque.
Le ragadi, un problema davvero penoso
E’ anche possibile che i tuoi capezzoli non reggano allo stress provocato dalle gengive del bambino e dal continuo succhiare. Quindi, per quando si dica che le ragadi al seno sono normalmente un problema collegato ad una posizione sbagliata del bambino in allattamento (consultati con esperti per vedere se il problema potrebbe essere questo), è pur vero che fanno maledettamente MALE!
E, quindi, a volte l’utilizzo di un bel tiralatte può permetterti di tirare il fiato e di lasciare riposare quella zona così dolorante, mentre allo stesso tempo cerchi un sistema che funzioni.
Uff, lavorare!
Se non si può fare a meno di lavorare, ecco un altro momento in cui il tiralatte sarà indispensabile. Soprattutto se hai un lavoro molto impegnativo o se lavori in proprio (altrettanto impegnativo, ma magari con qualche concessione in più in termini di orario) è possibile che tu non riesca neppure a prenderti i 3-4 mesi che ti spetterebbero dopo la nascita di un figlio, e che sarebbero necessari e sufficienti per instaurare una “tabella poppate” tale da permetterti di allattarlo prima di uscire e quando torni dal lavoro.
In questo caso il tiralatte espleterà proprio tutta la sua utilità, perché potrai tirarti il latte quando vuoi e lasciarlo in frigo o anche fuori, se è previsto che qualcuno lo dia al bambino entro le due ore successive. Ti sentirai in colpa perché andrai al lavoro, questo è quasi fisiologico, ma non tanto in colpa come ti sentiresti a non dargli nulla, lasciando che qualcuno gli prepari un biberon di latte artificiale…. Che, è risaputo, fa bene unicamente alle aziende che lo producono, non certo a tuo figlio… e nemmeno al budget familiare, quanto a questo!
Sempre gli ingorghi
Un’altra occasione in cui il tiralatte può essere MOLTO utile è nel caso di ingorghi mammari. Soprattutto se non puoi fare un allattamento a richiesta, per i motivi più disparati, il rischio dell’ingorgo sarà sempre lì, come una spada di Damocle. Perché, oltre ad essere doloroso, può diventare anche preludio a una mastite: e questa, ti assicuro, non vorresti proprio averla… 🙁
L’ingorgo mammario può instaurarsi quando, dopo aver instaurato una produzione di latte abbondante, il bambino – per una qualsiasi ragione – non possa o non voglia poppare il necessario per svuotarti i due seni. Si può quindi ostruire un dotto, che gonfia e si nota, sul seno, perché diventa quasi un “cordoncino” rilevato. Le soluzioni da applicare sono molteplici: la prima e la più semplice, far sì che il bambino prenda il latte. Questo è spesso sufficiente a risolvere il problema. O altrimenti, ecco il tiralatte… che però, in questo caso, pur essendo utile difficilmente sarà efficace come il bambino.
Allo stesso tempo si possono utilizzare compresse calde sulla parte, massaggi per cercare di “sbloccare” il punto dolente, addirittura impacchi di argilla mescolata con acqua per togliere l’infiammazione. Ma comunque sia, cerca di fare di tutto per non andare verso la mastite: qui ti aspetteranno solo febbre e dolori e antibiotici e, oltretutto, la quasi certezza di non poter allattare tuo figlio per diversi giorni, né di poterti tirare il latte per lasciarglielo. E sarebbero guai!